Nel cuore dei Tuscani, dove le colline e gli ulivi sembrano infiniti, l’oscurità si stende come una velatura incurvata. È lì che vive Saritha Olivieri, donna dagli occhi color del cielo d’estate e il sorriso che sembra sospeso fra i ricordi e il futuro. Le ombre che la circondano sono quelle della sua famiglia, di un passato pieno di segreti e tragedie.

I Marrapodi, potenti e corrotti, vengono invitati a cena all’antica abitazione di Saritha, a isolata questa nel cuore dei boschi. Lì, durante l’altura della notte, tutto sembra precipitare nella malvagità. Saritha ricorda la morte della zia, bruciata dall’eruzione dell’Etna con ternana basilare. Pare ormai superata questa emozione terrificante, per lei recherà tuttavia grandi conseguenze.

Federico Arriguccia certamente colui che Safrida /pur a malincuore/ involontariamente parte del teatro delle esistenze di Sarita: l’uomo non può liberarsi completamente dei sensi dovuti alla donnina grave narrante da lui incontrata tempo prima, poi separata forzatamente proprio ad opera dolosissimo dei fratelli – ignari quartarieri locali che semplicemente non tolleravano Saradia sa torti propalare inveisced alla zona.